INDICAZIONI NAZIONALI E NUOVI SCENARI Il Documento a cura del Comitato Scientifico Nazionale per le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione in sintesi
Dopo cinque anni dalla pubblicazione delle Indicazioni Nazionali
per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione (D.M.
n. 254 2012) è stato presentato il 22/02/18 presso il MIUR il documento Indicazioni nazionali e nuovi scenari.
Il documento è frutto di riflessioni sia sulle esperienze applicative delle
indicazioni del 2012, e sia sui già mutati scenari geopolitici globali e
nazionali.
Questo documento pone
al centro il tema della cittadinanza, vero sfondo integratore e punto di
riferimento di tutte le discipline che concorrono a definire il curricolo. La
cittadinanza riguarda tutte le grandi aree del sapere, sia per il contributo
offerto dai singoli ambiti disciplinari sia, e ancora di più, per le molteplici
connessioni che le discipline hanno tra di loro. Si tratta di dare una ancor più concreta
risposta all’istanza già presente nelle Indicazioni 2012, quando affermano che
è “decisiva una nuova alleanza fra scienze, storia, discipline umanistiche,
arti e tecnologia, in grado di delineare la prospettiva di un nuovo umanesimo.”
Nonostante le esperienze innovative e virtuose emerge però, anche il perdurare di situazioni di
disorientamento e incertezza e di resistenze ad abbandonare modelli didattici
tradizionali di tipo prevalentemente trasmissivo. Anche dalle testimonianze
raccolte nei territori sono emerse esperienze significative, unitamente alla
fatica di traghettare la didattica verso proposte, organizzazioni, ambienti di
apprendimento che valorizzino l’autonomia e la responsabilità degli allievi e
siano capaci di sviluppare conoscenze e abilità significative e competenze
durevoli. Il documento esorta i Collegi dei Docenti a riprendere in modo diffuso e sistematico la riflessione sul testo delle
Indicazioni del 2012, sul senso dell’istruzione e dell’educazione, sulle
caratteristiche degli ambienti di apprendimento e sulle didattiche più adeguate
a perseguire tali finalità.
Si enfatizza che:
(...) la scuola è perciò investita da una
domanda che comprende, insieme, l’apprendimento e “il saper stare al mondo”(…) L’intercultura
è già oggi il modello che permette a tutti i bambini e ragazzi il
riconoscimento reciproco e dell’identità di ciascuno. (...) sono presenti, al contempo, vecchie e
nuove forme di emarginazione culturale e di analfabetismo. Queste si
intrecciano con analfabetismi di ritorno, che rischiano di impedire a molti
l’esercizio di una piena cittadinanza. (...) Dunque il “fare scuola”
oggi significa mettere in relazione la complessità di modi radicalmente nuovi
di apprendimento con un’opera quotidiana di guida, attenta al metodo, ai nuovi
media e alla ricerca multi-dimensionale. Al contempo significa curare e
consolidare le competenze e i saperi di base, che sono irrinunciabili perché
sono le fondamenta per l’uso consapevole del sapere diffuso e perché rendono
precocemente effettiva ogni possibilità di apprendimento nel corso della vita.
(…) In tale scenario, alla scuola
spettano alcune finalità specifiche: offrire agli studenti occasioni di apprendimento
dei saperi e dei linguaggi culturali di base; far sì che gli studenti
acquisiscano gli strumenti di pensiero necessari per apprendere a
selezionare le informazioni; (…) favorire l’autonomia di pensiero
degli studenti, orientando la propria didattica alla costruzione di saperi a
partire da concreti bisogni formativi.(…) la finalità sancita dalla nostra
Costituzione è di garantire e di
promuovere la dignità e l’uguaglianza di tutti gli studenti “senza distinzione
di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali” e impegnandosi a rimuovere gli ostacoli di
qualsiasi natura che possano impedire “il pieno sviluppo della persona umana”.
Si rimarca l’importanza delle competenze chiave di
cittadinanza che sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo
sviluppo personale, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e
l’occupazione.
Viene evidenziato il
significato di competenza nel contesto europeo: “competenze: comprovata
capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali
e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo
professionale e personale. Le competenze
sono descritte in termini di responsabilità e autonomia.” Si evidenzia una particolare attenzione a
"Cittadinanza e Costituzione", ove si richiama la necessità di
introdurre la conoscenza della Carta Costituzionale, in particolare la
prima parte e gli articoli riguardanti l’organizzazione dello Stato. Questi
aspetti di conoscenza della Costituzione, delle forme di organizzazione
politica e amministrativa, delle organizzazioni sociali ed economiche, dei
diritti e dei doveri dei cittadini possono essere certamente affidati al
docente di storia e comprese nel settore di curricolo che riguarda tale
disciplina. Tuttavia, le Indicazioni richiamano con decisione l’aspetto
trasversale dell’insegnamento(…) “È
compito peculiare di questo ciclo scolastico porre le basi per l’esercizio
della cittadinanza attiva, (…) apprendere il concreto prendersi cura di
se stessi, degli altri e dell’ambiente e che favoriscano forme di cooperazione
e di solidarietà. (…) condizione per
praticare la convivenza civile. Obiettivi irrinunciabili dell’educazione alla
cittadinanza sono la costruzione del senso di legalità e lo sviluppo di un’etica
della responsabilità, (...) Parte integrante dei diritti costituzionali e
di cittadinanza è il diritto alla parola (articolo 21) il cui esercizio dovrà
essere prioritariamente tutelato ed incoraggiato in ogni contesto scolastico e
in ciascun alunno, avendo particolare attenzione a sviluppare le regole di una
conversazione corretta. È attraverso la parola e il dialogo tra interlocutori
che si rispettano reciprocamente, infatti, che si costruiscono significati
condivisi e si opera per sanare le divergenze, per acquisire punti di vista nuovi,
per negoziare e dare un senso positivo alle differenze così come per prevenire
e regolare i conflitti. La lingua italiana costituisce il primo strumento di comunicazione
e di accesso ai saperi. Tra i 17 obiettivi enunciati dall’ONU nell’Agenda
2030 per lo sviluppo sostenibile il numero quattro riguarda l’istruzione: Fornire un’educazione di qualità, equa ed
inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti. I docenti non sono
chiamati a insegnare cose diverse e
straordinarie, ma a selezionare le informazioni essenziali che devono divenire
conoscenze durevoli, a predisporre percorsi e ambienti di apprendimento
affinché le conoscenze alimentino abilità e competenze culturali,
metacognitive, metodologiche e sociali per nutrire la cittadinanza attiva.
Scuola dell'Infanzia
Tra le finalità
fondamentali della Scuola dell'Infanzia, oltre a "identità",
"autonomia" "competenze"
viene indicata anche la "cittadinanza":
(…) il primo esercizio
del dialogo che è fondato sulla reciprocità dell’ascolto, l’attenzione al punto
di vista dell’altro e alle diversità di genere, il primo riconoscimento di
diritti e doveri uguali per tutti; significa porre le fondamenta di un
comportamento eticamente orientato, rispettoso degli altri, dell’ambiente e
della natura." La geografia, si legge nelle Indicazioni 2012, rappresenta
una “cerniera” tra le discipline umanistiche e quelle scientifiche. Molti
strumenti, linguaggi, metodi, alcuni ambiti di indagine la accomunano alla
matematica, alle scienze e alle tecnologie; tuttavia essa spiega l’interazione
tra l’uomo e il proprio ambiente di vita, le scelte delle comunità, le
migrazioni, i flussi di materie prime e di risorse e ciò la accomuna all’ambito
antropologico e sociali.
Il pensiero matematico
La matematica fornisce
strumenti per indagare e spiegare molti fenomeni del mondo che ci circonda,
favorendo un approccio razionale ai problemi che la realtà pone e fornendo,
quindi, un contributo importante alla costruzione di una cittadinanza
consapevole. I Traguardi delle Indicazioni 2012, non solo quelli connessi agli
ambiti dei Numeri e di Spazio e Figure, ma ancor più quelli relativi a Funzioni
e relazioni e Dati e previsioni, suggeriscono significativi contesti di lavoro
riferiti alla scienza, alla tecnologia, alla società. La statistica, ad
esempio, come disciplina che si serve della matematica per spiegare fenomeni e
tendenze della natura, del mondo e della società, può essere utilizzata come
efficace “cavallo di Troia” per avvicinare gli alunni alla matematica e alla
sua potente capacità di spiegare e interpretare il mondo, con spirito critico e
con il supporto di dati alle opinioni.
La matematica, tuttavia, permette anche di sviluppare competenze
trasversali importanti attraverso attività che valorizzano i processi tipici
della disciplina: “In particolare, la matematica (…) contribuisce a sviluppare
la capacità di comunicare e discutere, di argomentare in modo corretto, di
comprendere i punti di vista e le argomentazioni degli altri.”
Il pensiero computazionale
Lingua e matematica, apparentate,
sono alla base del pensiero computazionale, altro aspetto di apprendimento che
le recenti normative, la legge 107/2015 e il decreto legislativo n. 62/2017
chiedono di sviluppare. Attività legate al pensiero computazionale sono
previste nei Traguardi delle Indicazioni in particolare nell’ambito della
Tecnologia, tuttavia se ne possono prevedere in ogni ambito del sapere. Per pensiero computazionale si intende un
processo mentale che consente di risolvere problemi di varia natura seguendo
metodi e strumenti specifici pianificando una strategia. È un processo logico creativo che, più o meno
consapevolmente, viene messo in atto nella vita quotidiana per affrontare e
risolvere problemi. L’educazione ad agire consapevolmente tale strategia
consente di apprendere ad affrontare le situazioni in modo analitico,
scomponendole nei vari aspetti che le caratterizzano e pianificando per ognuno
le soluzioni più idonee. Tali strategie sono indispensabili nella
programmazione dei computer, dei robot, ecc. che hanno bisogno di istruzioni
precise e strutturate per svolgere i compiti richiesti.(…) Nei contesti attuali, in cui la tecnologia
dell’informazione è così pervasiva, la padronanza del coding e del pensiero
computazionale possono aiutare le persone a governare le macchine e a
comprenderne meglio il funzionamento, senza esserne invece dominati e asserviti
in modo acritico.
Il pensiero scientifico
(…) è indispensabile
una didattica delle scienze basata sulla sperimentazione, l’indagine, la
riflessione, la contestualizzazione nell’esperienza, l’utilizzo costante della
discussione e dell’argomentazione. (…) "La ricerca sperimentale,
individuale e di gruppo, rafforza nei ragazzi la fiducia nelle proprie capacità
di pensiero, la disponibilità a dare e ricevere aiuto, l’imparare dagli errori
propri e altrui, l’apertura ad opinioni diverse e la capacità di argomentare le
proprie."
Le Arti per la cittadinanza
Le discipline
artistiche sono fondamentali per lo sviluppo armonioso della personalità e per
la formazione di una persona e di un cittadino capace di esprimersi con
modalità diverse, di fruire in modo consapevole dei beni artistici, ambientali
e culturali, riconoscendone il valore per l’identità sociale e culturale e
comprendendone la necessità della salvaguardia e della tutela
Il corpo e il movimento
Anche l’educazione
fisica si caratterizza come altra disciplina di “cerniera” tra gli ambiti
scientifico (conoscenza del proprio corpo, del suo funzionamento, fisica del
movimento, stili di vita corretti, ecc.), comunicativo ed espressivo, di
relazione e di cittadinanza. Questi aspetti sono puntualmente considerati nelle
Indicazioni 2012: (...) L’educazione
motoria è quindi l’occasione per promuovere esperienze cognitive, sociali,
culturali e affettive. Attraverso il movimento, con il quale si realizza
una vastissima gamma di gesti che vanno dalla mimica del volto, alla danza,
alle più svariate prestazioni sportive, l’alunno potrà conoscere il suo corpo
ed esplorare lo spazio, comunicare e relazionarsi con gli altri in modo
adeguato ed efficace (...) L’attività sportiva promuove il valore del rispetto
di regole concordate e condivise e i valori etici che sono alla base della
convivenza civile. I docenti sono impegnati a trasmettere e a far vivere ai
ragazzi i principi di una cultura sportiva portatrice di rispetto per sé e
per l’avversario, di lealtà, di senso di appartenenza e di responsabilità, di
controllo dell’aggressività, di negazione di qualunque forma di violenza.”
Le competenze sociali, digitali, metacognitive e
metodologiche
I curricoli dovrebbero
prevedere precisi riferimenti ad esse, in termini di risultati di
apprendimento, evidenze, percorsi didattici, criteri di valutazione, poiché
alimentano quattro competenze chiave irrinunciabili: competenze sociali e
civiche, competenze digitali, imparare ad imparare, spirito di iniziativa e
imprenditorialità. Senza queste competenze non sono possibili né una corretta e
proficua convivenza né un accesso consapevole e critico alle informazioni né si
possiedono gli strumenti per affrontare e risolvere problemi, prendere
decisioni, pianificare e progettare, intervenire sulla realtà e
modificarla. Sulle competenze sociali e
civiche l’intera Premessa delle Indicazioni 2012 offre molti spunti e
suggerimenti, in particolare nei passaggi riferiti alla cittadinanza nella
comunità di vita, nazionale, europea, planetaria. Tutti gli apprendimenti devono contribuire a
costruire gli strumenti di cittadinanza e ad alimentare le competenze sociali e
civiche. Un ambiente di apprendimento centrato sulla discussione, la
comunicazione, il lavoro cooperativo, la contestualizzazione dei saperi nella
realtà, al fine di migliorarla, l’empatia, la responsabilità offrono modelli
virtuosi di convivenza e di esercizio della prosocialità. Le regole che verranno definite e condivise
da insegnanti e alunni all’interno delle comunità scolastiche, così come le
riflessioni sulle norme che regolano le relazioni nella comunità più ampia,
devono sempre trovare riferimento nella Costituzione. La nostra
Costituzione, le Raccomandazioni dell’Unione europea, i documenti del Consiglio
d’Europa e dell’ONU richiamano tutti ad un comportamento etico verso le
persone, verso l’ambiente e il pianeta da praticare nei comportamenti e nelle
relazioni quotidiane. Lo studio delle scienze, della storia, della geografia,
delle arti, deve contribuire a costruire questa responsabilità globale.
(…) La competenza digitale
è alimentata solo in minima parte dalle conoscenze e dalle abilità tecniche, che
pure bisogna insegnare. I nostri ragazzi, anche se definiti nativi digitali,
spesso non sanno usare le macchine, utilizzare i software fondamentali,
fogli di calcolo, elaboratori di testo, navigare in rete per cercare
informazioni in modo consapevole. Sono tutte abilità che vanno insegnate. (…) La maggior parte della competenza è
costituita dal sapere cercare, scegliere, valutare le informazioni in rete e
nella responsabilità nell’uso dei mezzi, per non nuocere a se stessi e agli
altri. Imparare ad imparare, nella
società delle informazioni, è la capacità di accedere ad esse sapendole
adeguatamente selezionare, organizzare, mettere in relazione, utilizzare per
gestire situazioni e risolvere problemi. (…)
Rientrano in questa competenza le abilità di studio e ricerca, che
debbono essere insegnate fin dai primi anni di scuola in modo sistematico da
tutti i docenti. Ne fanno parte l’autoregolazione, la capacità di governare i tempi del proprio
lavoro, le priorità, l’organizzazione degli spazi e degli strumenti,
l’autovalutazione rispetto ai propri limiti, risorse e possibilità e modalità
di pensiero. Individuare e risolvere
problemi, prendere decisioni, stabilire priorità, assumere iniziative,
pianificare e progettare, agire in modo flessibile e creativo, fanno parte
dello spirito di iniziativa e imprenditorialità. È evidente che tali competenze
non possono essere sviluppate che in un contesto in cui si collabora, si
ricerca, si sperimenta, si progetta e si lavora. Le competenze chiave si perseguono in ogni
ambito di sapere e momento del lavoro scolastico e tutti ne sono responsabili.
La progettazione didattica e l’ambiente di apprendimento
L’integrazione delle
discipline per spiegare la complessità della realtà, la costruzione di
conoscenze e abilità attraverso l’analisi di problemi e la gestione di
situazioni complesse, la cooperazione e l’apprendimento sociale, la
sperimentazione, l’indagine, la contestualizzazione nell’esperienza, la
laboratorialità, sono tutti fattori imprescindibili per sviluppare competenze,
apprendimenti stabili e significativi, dotati di significato e di valore per la
cittadinanza. Tutto ciò richiede l’adozione di un curricolo di istituto
verticale, che assuma la responsabilità dell’educazione delle persone da 3 a 14
anni in modo unitario e organico, organizzato per competenze chiave, articolate
in abilità e conoscenze e riferito ai Traguardi delle Indicazioni.
La dimensione organizzativa e lo sviluppo professionale del
personale scolastico
Si auspica pertanto
che venga incoraggiata, anche nella pianificazione delle reti di ambito, la
formazione tra pari mediante unità formative di ricerca/azione che vedano il
concorso di docenti di gradi di scuola diversi del primo ciclo ed,
eventualmente, anche del secondo. È
necessario, inoltre, potenziare le occasioni di lavoro collaborativo (scambi,
“prestiti professionali”, attività comuni, ecc.) all’interno delle istituzioni
scolastiche; ciò, pur nella consapevolezza dei limiti posti dai diversi stati
giuridici del personale e dai vincoli contrattuali.
28/02/2018
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